A tutti prima o poi capita di provare un senso di inquietudine e tensione verso il futuro più o meno prossimo, magari in occasione di una decisione da prendere, di un cambiamento imminente nella nostra vita o anche in previsione di eventi apparentemente di poco conto.
Molto spesso ci siamo anche auto diagnosticati e prescritti la cura: “è solo un po’ d’ansia e l’ansia passa da sola, lo sanno tutti”.
In generale è proprio così e con il tempo quella sensazione di turbamento e apprensione se ne va da sé, esattamente com’era arrivata. Quando però questo non succede e l’ansia si ripercuote sulla nostra quotidianità limitando la nostra vita, potrebbe essere il caso di intervenire con una terapia.
Ma cos’è l’ansia, come si manifesta e come trattarla?
Per me è molto importante fare una premessa: l’ansia è un’emozione normale e sana, che proviamo da millenni e che ci ha permesso di sopravvivere ed evolvere. Si tratta di una naturale reazione che anticipa e ci prepara ad affrontare in modo efficace un evento futuro (che potrebbe anche non presentarsi): attiva le nostre risorse psichiche, fisiche e cognitive, per permetterci di superare la situazione minimizzando i rischi ad essa connessi.
Riavvolgiamo velocemente il nastro a 300.000 anni fa, quando il pericolo a cui far fronte poteva essere, per esempio, l’assalto di una tigre dai denti a sciabola. Possiamo immaginare l’uomo dell’epoca – in preda all’ansia – mentre si organizza costruendo armi appuntite, trappole e luoghi sicuri in cui rifugiarsi.
Ai giorni nostri le cose sono cambiate parecchio ed è molto comune provare ansia per questioni non strettamente pericolose per la nostra incolumità, come la notte prima di un colloquio di lavoro importante, le ore precedenti un esame o addirittura di fronte alla possibilità di perdere un treno.
In tutte queste situazioni, l’ansia si manifesta con sintomi come preoccupazione, apprensione, paura, tensione psicofisica e un generale stato di timore.
Chi soffre di ansia prova molto spesso un senso di affaticamento, ha problemi di concentrazione, è irritabile e può presentare irregolarità nel ciclo sonno-veglia: tutte condizioni che, se sommate tra loro e durature, possono rivelarsi invalidanti. Condizioni che, però, sono riconducibili anche ad altre emozioni, come tristezza, paura o eccitazione, per citarne alcuni. Molto spesso nel mio lavoro ho riscontrato che, infatti, si tende a definire ansiosi diversi stati d’animo non direttamente connessi con questa precisa emozione, ma con altre con le quali è confusa.
Va da sé che, per prima cosa è importante riconoscere l’emozione che si prova e definirla correttamente.
A che livelli l’ansia agisce su di te
L’ansia è un’emozione legittima, quindi la sua esistenza ha uno scopo e, come ogni emozione, solitamente è momentanea e transitoria: proprio per questo si è soliti pensare che l’ansia passi da sola con il tempo, un po’ come la tristezza o la nostalgia.
Le emozioni accompagnano ogni genere di cambiamento interno o esterno a noi e in generale alterano le nostre funzioni a più livelli:
- a livello cognitivo l’ansia ci permette di valutare la situazione per identificare eventuali pericoli;
- a livello fisiologico l’ansia attiva il Sistema Nervoso Centrale scatenando risposte fisiche e concrete come tachicardia, sudorazione, tensione muscolare, respiro irregolare, ecc.
- a livello espressivo motorio altera le espressioni verbali e non, come la postura, il tono della voce, i movimenti oculari e altro ancora;
- a livello comportamentale si possono notare, per esempio, atteggiamenti evitanti riconducibili alla fuga da una situazione potenzialmente pericolosa.
A differenza della paura che si manifesta di fronte a un pericolo concreto e attiva una risposta fisiologica più importante rispetto all’ansia, questa emozione riguarda solo le persone: nessun altro essere vivente del regno animale la prova, poiché la possibilità di fare ipotesi e previsioni sul futuro, è una caratteristica esclusiva dell’uomo.
Puoi aspettare che l’ansia passi da sola?
È provato che un normale livello d’ansia migliori le nostre prestazioni, ma c’è di più: gli studi hanno dimostrato che l’ansia attiva le stesse parti del cervello che sono coinvolte quando proviamo gioia o ci sentiamo coraggiosi.
Ma allora quando, da emozione positiva, l’ansia diventa un problema da risolvere?
Le persone ansiose entrano nel panico per ciò che non è prevedibile né controllabile, e che quindi è considerato minaccioso. Di conseguenza, tutto ciò che nel loro sistema di credenze e di interpretazione rientra tra le cose incontrollabili e imprevedibili, è amplificato da una visione poco chiara e lucida della realtà.
È interessante notare che anche l’ansia è un’emozione di allarme, proprio come la paura, e ogni emozione di questo genere attiva l’amigdala, un piccolo organo che si trova nel lobo temporale del nostro cervello e che è coinvolto nell’interpretazione delle informazioni.
Quando la nostra immaginazione sollecita costantemente l’amigdala, questa sarà particolarmente reattiva e sensibile e attiverà sempre più spesso tutti i meccanismi stressogeni di cui abbiamo parlato poche righe fa. Questo tipo di situazioni, se protratte, possono creare problemi nello svolgimento delle normali attività quotidiane.
Se gli episodi di ansiogeni sono sporadici e legati a situazioni specifiche che generano in noi preoccupazione, ci sono buone probabilità che l’ansia passi da sola, basterà aspettare e avere pazienza.
Se, al contrario, influiscono negativamente sulla nostra vita e scatenano una serie di meccanismi a catena che limitano le nostre scelte e attività quotidiane, allora è consigliabile iniziare un percorso terapeutico che permetta di riconoscere e fare affidamento sulle nostre risorse interne.
Come combattere l’ansia e trasformarla in forza
E se ti dicessi che l’ansia può essere trasformata in un’emozione positiva?
Esistono alcuni “trucchi” per farlo, come:
- Cercare di osservare la situazione come un’opportunità di miglioramento e controllare i pensieri negativi e riformularli in modo che si rivelino utili. Riscrivi il tuo concetto di ansia e il dialogo interno con te stesso utilizzando parole gentili, ascoltandoti e supportandoti. Ricorda che la tua mente non è il nemico da combattere, sta solo cercando di dirti qualcosa di importante.
- Cogli l’ansia come l’occasione per prepararti ad affrontare la situazione che ti scatena il sentimento di nervosismo: pianifica in anticipo le tue mosse e avrai più probabilità di avere successo.
- Concentrati su ciò che puoi controllare, ossia i tuoi pensieri, comportamenti e atteggiamenti. Ciò che accade intorno a te non sempre ha a che vedere con te o dipende da ciò che fai.
- Vivi il presente, soprattutto se pensare al futuro ti scatena episodi ansiogeni. Concentrandoti sul momento attuale della tua vita, eviterai di preoccuparti di eventi che potrebbero anche non accadere.
- Inizia una terapia per riconoscere e smontare i meccanismi ricorrenti che ti portano a provare ansia quando non necessario.
Tutte le emozioni che provi sono legittime, ti fanno sentire vivo, donano colore alla tua vita riempiendola e hanno uno scopo. L’ansia in particolare è il segnale che in te c’è qualcosa che fatichi a riconoscere e ad ascoltare, ma che deve essere risolto.
Se, a questo punto della lettura, hai capito che probabilmente la tua ansia non passerà da sola, ma che hai bisogno di un aiuto concreto per trasformarla in una risorsa, contattami e richiedi un incontro con me o col mio team.