Autosabotaggio: come non essere il tuo peggior nemico

Ti è mai capitato di studiare sodo e lasciar perdere un esame il giorno prima? O di abbandonare un obiettivo quando eri a pochi passi dal raggiungerlo? O ancora di compromettere un’ottima relazione con le tue preoccupazioni? Se la risposta è sì, ed è sì per la maggior parte di noi, allora hai messo in atto un autosabotaggio. Vediamo in cosa consiste.

“Il peggiore nemico che puoi incontrare, sarai sempre tu per te stesso.”

F.W. Nietzsche

Autosabotaggio e sindrome dell’impostore

 L’autosabotaggio consiste in una serie di azioni che mettiamo in atto più o meno consapevolmente, ostacolando il raggiungimento nei nostri obiettivi. Ma di quali azioni si tratta? In genere ciò che facciamo può andare da veri e propri comportamenti attivi, come l’incapacità nel dire di no, il perfezionismo estremo o l’abitudine a giudicare e a paragonarci agli altri, a comportamenti passivi, caratterizzati da inerzia e procrastinazione.

Una forma estrema di autosabotaggio è la famosa sindrome dell’impostore, da cui pare non sia stato risparmiato nemmeno Einstein! Si tratta di un fenomeno studiato da Clance e Imes che descrive la condizione di quelle persone di successo che sono convinte di trovarsi in quella posizione per caso, senza meritarlo, come fossero veri e propri impostori. Esse hanno addirittura la sensazione di aver rubato il posto a qualcuno che lo avrebbe meritato di più.

Ma perché ci autosabotiamo?

Sembra un paradosso. Dopotutto, perché mai dovremmo ostacolarci? Le ragioni sembrano essere molteplici:

  • Paura dell’ignoto. Spesso l’autosabotaggio non è altro che una resistenza al cambiamento dovuta alla paura di ciò che non si conosce. Tendiamo quindi a rimanere entro i confini rassicuranti della comfort zone, così da proteggerci da eventuali sentimenti o situazioni spiacevoli.
  • Bisogno di controllo. Può sembrare paradossale, ma dal momento che tolleriamo poco l’imprevedibilità, sabotandoci ci mettiamo lungo una strada che ha un esito sicuro.
  • Distorsioni cognitive. Siamo profondamente convinti di non meritarcelo o di non esserne in grado. In questo senso, le nostre convinzioni giocano un ruolo importante nell’influenzare la nostra autostima e, quindi, il nostro successo.
  • Talvolta, si tratta semplicemente di cattive abitudini.

 

Ora approfondiamo meglio il discorso sulle distorsioni cognitive, che per la sua importanza penso meriti un paragrafo a parte.

“Non sono all’altezza”: distorsioni cognitive e profezia che si auto-avvera

Le distorsioni cognitive, di cui ho parlato anche nel mio TEDx, sono schemi disfunzionali che abbiamo costruito nel tempo, in modo del tutto irrazionale e inconsapevole, sulla base della nostra esperienza e che guidano i nostri comportamenti, le nostre decisioni e il nostro modo di affrontare i problemi.

Quante volte ti hanno detto o hai pensato che non saresti stato in grado di fare qualcosa? Se te ne sei convinto, sei rimasto vittima di una distorsione cognitiva. Ma quel che è peggio è che se sei convinto di non farcela, probabilmente non ce la farai davvero. Mai sentito parlare della profezia che si auto-avvera? Si tratta di un famoso fenomeno, studiato da Merton negli anni ’70, per cui le aspettative tendono ad avverarsi. Sembra quasi magia, ma è vero. Se pensi che un esame andrà male, probabilmente questo avverrà. Se sei convinto che farai una brutta figura o che non riuscirai a integrarti in un nuovo gruppo di persone, aumenti le possibilità che ciò accada davvero. Il punto è che le nostre convinzioni influiscono sul nostro comportamento, e quindi anche sui nostri risultati. In altre parole, agiamo come se la nostra convinzione fosse vera, di fatto confermandola.

Ma questo vale anche quando tentiamo di mettere in atto comportamenti apparentemente volti a contrastare tale credenza. È l’esempio di una persona che ritiene di essere poco capace e competente. Possiamo infatti immaginare che, per evitare di confermare questa convinzione, tenderà a voler portare a termine i suoi compiti in modo perfetto. La conseguenza è che aumenterà i suoi livelli di stress e ansia, finendo verosimilmente per essere più distratta e per commettere più errori.

4 suggerimenti utili per contrastare l’autosabotaggio

Ora che abbiamo capito le mille sfaccettature di questo nemico che vive dentro ognuno di noi, impariamo a contrastarlo. Ecco quattro consigli che potrebbero tornarti utili:

  • Innanzitutto, è necessario individuare quali comportamenti di autosabotaggio metti in atto e per quali ragioni. Capito ciò, stabilisci cosa agire ogniqualvolta ti rendi conto di star tentando di autosabotarti. In questo senso, può essere utile utilizzare la formula “Se…allora…”, descrivendo dopo il “se” il comportamento di autosabotaggio e dopo “allora” il tuo antidoto.
  • Per non farti prendere dalla paura dell’ignoto e dell’incontrollabilità, cerca di mettere in atto una buona pianificazione dei tuoi obiettivi.
  • Lavora sulle tue distorsioni cognitive. Nessuno, quando interpreta la realtà, è razionale. Ognuno di noi la legge attraverso delle convinzioni che ha costruito nel tempo su di sé, sugli altri e sul mondo. Tuttavia, le distorsioni cognitive sono solo una trappola in cui cadiamo. Ricorda: non è vero che sei meno di qualcun altro, non è vero che non sei niente di eccezionale o che non sei all’altezza. Queste convinzioni non dipendono affatto da chi sei o da cosa fai, ma solo da ciò che credi di essere e da ciò che credi di saper fare.
  • Individua le tue abitudini negative e impegnati per modificarle.

Fonti

Lara Zucchini

Psicologa per il benessere a Crema e online in tutto il mondo, docente universitaria, Speaker di Psicologia Positiva.

Di cosa mi occupo

My Inner Experience

Un viaggio dentro e fuori di sé per vedere, esplorare e sentire le proprie risorse, al fine di agirle nella propria vita.

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