“Lo psicologo è per i matti” è la frase che ho sentito ripetere in modo ricorrente e incessante da quando ho iniziato il mio primo anno nella facoltà di psicologia.
Per anni ho cercato di sfatare questo falso mito con le persone che avevo intorno rispondendo: “Ma come, io non studio nessuno che è matto, studio la mente e il comportamento delle persone, come me e te”. Ahimè la mia affermazione non ha mai illuminato i pregiudizi di nessuno.
Ma ecco che ad un certo punto, nel 2014, ho conosciuto lei… che in modo razionale, scientifico e standardizzato avrebbe persuaso il pregiudizio di ciascuno, molto meglio di quanto non abbia mia fatto io. E, anche se non lo avrebbe fatto, ormai aveva eccezionalmente illuminato il mio: la Psicologia Positiva.
La Psicologia Positiva ha delineato la strada di quella che sarebbe stata la mia professione, la psicologia per il Benessere. Perché la Psicologia Positiva si occupa di studiare i modi per incrementare il benessere personale di ciascuno, o ancor meglio, studia scientificamente come rendere la vita degna di essere vissuta.
Ebbene si, la Psicologia Positiva non si occupa di deficit, carenze, mancanze, bensì di risorse, qualità e competenze. Si tratta dello studio di cosa renda fiorente il funzionamento umano dal punto di vista biologico, personale, relazionale, istituzionale, culturale e globale della vita di ognuno.
Finalmente le scienze mediche e sociali dell’ultimo decennio sono state caratterizzate da una crescente attenzione allo studio del benessere e della qualità̀ della vita, anziché focalizzarsi unicamente sul riparare ciò che non funziona.
Prima di questi studi l’idea comune era quella di pensare che benessere e qualità di vita dipendessero da indicatori oggettivi quali reddito, salute fisica, condizioni abitative, ruoli sociali… Gli studi ed esperimenti fatti da questo filone hanno dimostrato esattamente il contrario: gli indicatori oggettivi (denaro, salute, etc.) non forniscono una valutazione del benessere e della soddisfazione di una persona, tanto nemmeno sono in grado di fornire il livello di sviluppo di una nazione.
Ed ecco che allora la Psicologia Positiva ha fornito contributi fortemente innovativi a livello teorico ed applicativo, che sono i capisaldi del mio approccio: enfatizza il ruolo fondamentale delle risorse e potenzialità̀, attraverso un autentico capovolgimento di prospettiva: si privilegiano interventi finalizzati alla mobilizzazione delle abilità e risorse della persona, anziché́ alla riduzione o compensazione delle sue limitazioni.
I concetti legati alla Psicologia Positiva sono felicità, benessere, qualità della vita, soddisfazione, e vita significativa.
Essere positivi non significa che si è sempre pervasi da un entusiasmo concentrabile e un sorriso incessante. Essere positivi è affrontare le avversità con la voglia di emergere, con l’idea che se solo lo si vuole tutto si può affrontare.