Come trasformare i limiti in risorse

Sei solito riconoscerti difetti o pregi? Punti di debolezza o di forza? Limiti o risorse?

Devi sapere che se hai risposto difetti, debolezza e limiti, non sei il solo. Si tratta di un meccanismo del tutto naturale ed in qualche modo evolutivo che ci porta a vedere ciò che non va, anziché ciò che funziona. Se ci pensi bene l’uomo si è evoluto proprio grazie alla possibilità di vedere impossibilità e saperle trasformare in possibilità.
Dunque, a ragione, potremmo dire che una delle caratteristiche che da sempre contraddistingue l’essere umano è il suo desiderio di risolvere problemi e superare i limiti. L’uomo da sempre ha messo in campo competenze e intelligenza per superare limiti esterni, ti basti pensare a tutte le invenzioni sino all’avvento dell’intelligenza artificiale di oggi. Ma non è tutto: l’uomo come pone gli occhi all’esterno, li mette all’interno notando immediatamente cosa c’è che non va.

L’ostacolo vero e proprio che si frappone tra il limite e le nostre risorse non è il limite di per sé. Quanto più l’atteggiamento mentale che tendiamo ad adottare di fronte a ciò che sentiamo di faticoso o limitante. Quante volte hai pensato: “In fondo sono fatto così, non ci posso fare niente!”?. 

La ricerca scientifica si è espressa chiaramente sostenendo che è possibile trasformare i limiti in vere e proprie risorse, in questo articolo ti spiego come. 

Che cosa intendiamo con la parola limite?

Innanzitutto, quali sono i limiti in cui è più facile imbattersi? 

Molto spesso, la nostra mente adotta una serie di strategie di ragionamento che hanno come obiettivo principale quello di prendere decisioni e costruire dei significati mentali in maniera rapida. Il problema consiste nel fatto che la velocità non è garanzia di precisione. 

Che cosa significa?  

La nostra mente tende a ragionare secondo generalizzazioni, inferenze e scorciatoie cognitive che non sempre ci aiutano a costruire un’idea del mondo, e degli altri, fedele rispetto alla realtà; queste convinzioni sono note come distorsioni cognitive o bias. Esse non vengono agite solamente rispetto a ciò che è esterno ma guidano anche la costruzione dei significati riferiti a noi stessi, alle nostre capacità e alla nostra vita in generale. Eccone alcuni esempi: 

  • Ipergeneralizzazione→ è la tendenza a estendere l’interpretazione di un evento ad altri eventi simili. Accade tutte quelle volte che abbiamo pensieri del tipo: “Se non ci sono riuscito oggi, allora non ci riuscirò mai”.
  • Catastrofizzazioni→ è la tendenza a sovrastimare le conseguenze negative di un evento, ignorando completamente i potenziali aspetti positivi. Cadiamo in questo bias quando pensiamo a frasi del tipo: “Questo dolore è insuperabile”, oppure: “Capitano tutte a me”. 
  • Pensieri polarizzati→ emergono quando ragioniamo in termini dicotomici: giusto o sbagliato, bianco o nero. Senza prendere in considerazione possibili sfumature. “O facciamo come dico io o sarà tutto inutile”.  

Ciascuno di noi è soggetto a bias e molti di essi vengono generati inconsapevolmente; divenirne consapevoli ci permette di trasformare i nostri processi da automatici a intenzionali e più funzionali per noi.

È possibile trasformare i propri limiti in vantaggi?

Il primo step fondamentale è quello di prendere consapevolezza di come funziona la tua mente; nota ciò che agisce al fine di guidarla ad osservare la realtà per ciò che è veramente e non per ciò che essa si aspetta di vedere. 

Ma come posso riuscirci?

Fai un bel respiro e prendi le distanze dai tuoi pensieri, sforzati di osservali dall’esterno, puoi aiutarti mettendoli nero su bianco su un quaderno. 

Sono solo pensieri. 

Tu sei qualcosa di diverso dai tuoi pensieri.

Ma soprattutto, tu hai il potere di cambiare il modo in cui leggi te stesso e la realtà. A questo proposito, ci viene in aiuto la celebre frase di Henry Ford: 

Che tu creda di farcela o di non farcela avrai comunque ragione

Attenzione però, con questo non intendo dire che tutto è sempre possibile, ma che lo sguardo con cui noi osserviamo le sfide della vita incide sul modo in cui le affrontiamo.  

La psicologa americana Carol Dweck ha distinto due atteggiamenti mentali diversi rispetto alle sfide: chi ha una mentalità di crescita crede che le proprie abilità possano potenziarsi con l’impegno e con la perseveranza, questo li spinge a scegliere compiti più sfidanti in quanto anche l’eventuale insuccesso è visto come occasione di apprendimento. Al contrario, chi possiede una mentalità fissa crede che le proprie capacità siano state definite alla nascita e che non ci siano molte possibilità di migliorarle, tende a correre meno rischi pur di evitare di fallire (Dweck, 2017). 

Nelle ricerche svolte, è emersa una correlazione tra la mentalità fissa e la tendenza a soffrire di ansia e depressione, soprattutto durante il periodo adolescenziale (Schleider et al., 2015; Schleider & Weiz, 2015). Al contrario, è stata riscontrata una correlazione positiva tra mentalità di crescita e coping attivo (Burnette et al., 2020).

Il secondo step consiste nell’iniziare a considerarsi causa, anziché effetto, rispetto a ciò che in te stesso non va come vorresti. Attenzione, sentire di avere un potere causale non coincide con il sentirsi in colpa rispetto a ciò che non è come si desidera. Sentirsi causa vuol dire trasferire su di sé parte della responsabilità e dunque darsi la possibilità di agire per modificare la situazione. Pensaci bene, se attribuisci la causa al di fuori di te, sì non sentirai colpa alcuna ma non avrai alcun potere di cambiare le cose; al contrario considerarsi causa significa assumerti la responsabilità ma anche il potere di cambiare le cose nella direzione che desideri.

Un terzo step altrettanto importante è quello di essere gentili verso sé stessi, imparando ad abbracciare quello che vedi come un limite o una fragilità. Ciò non significa doverli accettare per forza, senza tentare di raggiungere un miglioramento; piuttosto si intende smettere di colpevolizzarsi rispetto alle proprie carenze ed assumere un atteggiamento propositivo verso di esse, più funzionale al miglioramento.

Cambiare il modo di vedere te stesso ti permetterà di mettere in campo agiti diversi e quindi ottenere risultati diversi. 

Ed ora il quarto step. rifletti su quali limiti vorresti lavorare e sul perché. Per ognuno di essi fissa una lista di obiettivi. Una volta fatto ciò inizia ad agire in questa direzione, prendendo nota di ogni traguardo: anche il più piccolo progresso è degno di essere notato. 

Qualche consiglio:

Da dove partire per trasformare i miei limiti in risorse? 

Ecco i tre esercizi che fanno al caso tuo!

  1. Di fronte ad una situazione difficile o problematica prova a chiederti quale altra prospettiva puoi adottare per osservarla→ disegna quattro colonne: nella prima descrivi brevemente la situazione, nella seconda esprimi i tuoi pensieri in riferimento ad essa e, nella terza, riporta una prospettiva differente rispetto a quella che hai adottato. 

Molto spesso la problematicità non risiede nella situazione in sé ma dipende dalle lenti che indossiamo per metterla a fuoco.

  1. Pensa a cinque azioni gentili che puoi mettere in atto nei tuoi confronti e impegnati a portarle avanti per una settimana, come metterti la crema amorevolmente sul viso, cucinarti un piatto che ami, etc…
  1. Una volta individuati i limiti che vorresti superare, decidi su quale lavorare per primo: una buona strategia potrebbe essere interrogarsi sulle motivazioni che ti spingono a voler perseguire quel cambiamento e partire da quello che senti più rilevante per te. Individuato il traguardo che vuoi raggiungere, stila una lista di sotto-obiettivi che ti aiutino a raggiungerlo gradualmente: ricordati che ogni maratona inizia con un piccolo passo!

E se non sai da che punto iniziare, io sono qui per te! Grazie al coaching strategico imparerai come trasformare i tuoi limiti in vere e proprie risorse.

Bibliografia

Burnette, J. L., Knouse, L. E., Vavra, D. T., O’Boyle, E., & Brooks, M. A. (2020). Growth mindsets and psychological distress: A meta-analysis. Clinical Psychology Review, 77, 101816.  

Dweck, C. S. (2017). Mindset: Cambiare Forma mentis per raggiungere il successo. Franco Angeli. 

Schleider, J. L., Abel, M. R., & Weisz, J. R. (2015). Implicit theories and youth mental health problems: A random-effects meta-analysis. Clinical Psychology Review, 35, 1–9.

Schleider, J. L., & Weisz, J. R. (2015). Implicit theories relate to youth psychopathology, but how? A longitudinal test of two predictive models. Child Psychiatry; Human Development, 47(4), 603–617.  

Zucchini, L. (2022). Il coraggio di far fiorire le tue risorse: una nuova via per la tua realizzazione. Red edizioni.

Lara Zucchini

Psicologa per il benessere a Crema e online in tutto il mondo, docente universitaria, Speaker di Psicologia Positiva.

Di cosa mi occupo

My Inner Experience

Un viaggio dentro e fuori di sé per vedere, esplorare e sentire le proprie risorse, al fine di agirle nella propria vita.

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